Cina: nel 2014 sono peggiorati i diritti umani

Un rapporto sui diritti umani in Cina nel 2014 sviluppato dall’organizzazione non governativa cinese Civil Rights and Livelihood Watch ha fatto emergere che la situazione nel paese è la peggiore da 25 anni.

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L’indagine coincide con i risultati del rapporto della nota ong americana Human Right Watch per cui viene evidenziato che il governo centrale ha aumentato il controllo sul paese con la scusa del “mantenimento della stabilità“.

Tuttavia ciò ha provocato oltre 2.200 casi di arresti sia domiciliari che in carcere, detenzioni da parte della polizia, vacanze forzate ed altri mezzi coercitivi impiegati dal governo. Non solo si tratta del numero più alto dal 1989, ma anche, sottolinea il rapporto “il regime di manutenzione stabilità è sempre più severo, si potrebbe dire che sta diventando più brutale e più disumano“.

Inoltre, è stato anche rinforzato il sistema di censura con controlli rispetto alle opinioni sull’operato del governo per cui nel mese di marzo 2014 sono stati stanziati 33 miliardi di dollari. Un programma che ha preso di mira scrittori, avvocati, giornalisti, accademici, attivisti, dissidenti politici ma anche i media e internet, con maggiore limitazione della libertà di espressione.

Infine, sono aumentati i controlli in occasione delle ricorrenze, come quella di Tiananmen con monitoraggi che durano per mesi, celando i controlli dietro il concetto di “reati di ordine pubblico come raduno illegale“.
La polizia sta sempre più abusando dei suoi poteri di detenzione e di limitazione della libertà personale dei cittadini“, per cui sono stati riscontrati casi di pestaggio e sono aumentati anche  numerose modalità non violenti di pressione e coercizione.

Nonostante siano migliorate le condizioni per chi manifesta per strada, con un abbassamento del numero degli arresti, il fondatore dell’Ong, Liu Feiyue, stima che nel 2015 “i diritti umani peggioreranno e le misure diventeranno più brutali”.

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