TRA UN FILM CON TURTURRO E UNO CON WOODY ALLEN LA CANTANTE M’BARKA BEN TALEB SI RACCONTA/ INTERVISTA ESCLUSIVA

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M’Barka Ben Taleb è un’artista trasversale che canta, suona e balla, fondendo senza censure più patrie, più tradizioni e più culture e traducendo così in arte il suo stile di vita.

Definita dalla stampa “la leonessa maghrebina” e “la risposta arabo-partenopea a Grace Jones”, ha iniziato la sua carriera come vocalist di Tony Esposito e di Eugenio Bennato, ma le sue collaborazioni con grandi musicisti e cantautori italiani spaziano da James Senese a Enzo Gragnaniello, da Franco Del Prete a Gigi Finizio e tanti altri.

M’Barka Ben Taleb, dopo il suo progetto discografico “Alto Calore” (2005), entra nel mondo del cinema grazie a John Turturro che la vuole tra i protagonisti di “Passione”, film di culto del 2010 presentato alla Mostra di Venezia in cui la Ben Taleb traduce in arabo “’O sole mio” e “Nun te scurdà” e partecipa alla catarsi di “Tammurriata nera”. Dal film nasce l’idea dello spettacolo “Passione tour” (2012), premiato dal folk festival di Loano, che porta M’Barka ad esibirsi sui palchi di tutta Italia al fianco di James Senese, Raiz, Fausto Mesolella e tanti altri, mescolando voce, musica e cultura.

Il regista e attore John Turturro l’ha voluta per il film “Gigolò per caso” e dopo tutte le fatiche musicali ci ha concesso un’intervista esclusiva:

1 – Parliamo subito del titolo del disco “Passion Fruit” c’è un motivo particolare per cui si chiama proprio così? Indica forse un lato un po’ passionale che viene riscoperto nel nuovo lavoro?

Da “Passione” a “Passion fruits” il passo è semplice, quasi inevitabile. Segno la continuità tra il mio lavoro degli ultimi anni, da “Passione”, film capolavoro di John Turturro, a questo disco, che hanno come trait d’union un musicofilo del calibro di Federico Vacalebre. E’ lui ad avermi voluto nel film, è lui ad avermi suggerito queste nuove sonorità, più digitali e moderne, ma sempre appassionate, anzi più che appassionate, visto che si tratta spesso di canzoni a sfondo sessuale, dallo scandalo “Je t’aime noi non plus” di Gainsbourg, alla più casta “Storia d’amore” di Celentano: cantate da me, con il punto di vista di una donna sono… frutti della passione.

2- C’è un legame molto forte con la musica napoletana. Ce lo puoi raccontare? 

Napoli mi ha accolto come una nuova madre, e nella sua canzone ho trovato cose che portavo dentro. La Tunisia e il Mezzogiorno hanno molte cose in comune, ho tradotto “‘O sole mio” in arabo, in scaletta nel mio tour ho “Indifferentemente”, ho cantato “Luna rossa” in francese in un film con Woody Allen e Sharon Stone…

3- Il rapporto con Turturro ti ha, in qualche modo, cambiato la vita. Come è nato e come si lavora con lui?

Appunto, ne stavo parlando. Sono stata di nuovo sul set con lui per “Gigolò per caso”. E’ un artista straordinario, serio, rigoroso, di infinita apertura mentale. Aver lavorato in due film con lui è molto più che una medaglia sul petto. E spero succeda ancora. Intanto, con Peppe Barra e tutti gli altri portiamo avanti anche “Passione tour”: un film sulla canzone napoletana è diventato un tour da supergruppo. Anche questo grazie a Turturro & Vacalebre: attenti a quei due.

4- Nel disco nuovo c’è un mix di stili incredibile che crea a sua volta forse un genere tutto da scoprire. Come ti definiresti? E come definiresti tutto il cd?

Al mio suono etnico ho sostituito un sound più digitale grazie ai groove di Tonico ’70, alle idee di Salvio Vassallo. Il violoncello e il bouzouki di Arcangelo Michele Caso lasciano profumi di canzone mediterranea da camera. Si passa dal dub western all’electroswing, io canto in napoletano, italiano, arabo, francese, spagnolo. Una definizione? Il suono della passione.

5- C’è una canzone cui sei particolarmente legata rispetto alle altre? 

“Passion fruit”, è stata scritta per me, mi ha portato su suoni elettronici che non avevo mai osato.

6- Se potessi scegliere, meglio il cinema o la musica… o la musica nel cinema?

La musica nel cinema. Mi dicono che si parla di un “Passione 2” con i fratelli Manetti, spero pensino anche a me, ho visto il loro “Song ‘e Napule” e mi è piaciuto moltissimo”.

7- Come mai la scelta di inserire delle cover nel tuo disco? Sono state scelte in base a quale motivo?

I tre inediti sono la cilegina sulla torta, con griffe come quelle di Enzo Gragnaniello e Alessio Arena. Le cover erano passionali, adatti a me, perfetto per una svolta sonora, per presentare la mia nuova pelle con la solita grinta.

8- Programmi per il futuro?

Il tour parte a settembre, da Napoli, centro storico. Promozione e, poi…. sorprese in arrivo. Ci risentiamo appena le ho messe a punto?

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