Scuola, ripensare il digitale per i bambini!

E’ diventato ormai una scena ricorrente: ci capita di vedere nei luoghi più disparati (sale d’attesa, treni bus) madri con accanto bambini muniti di smart –phone che quieti quieti digitano senza disturbare. La prima cosa che pensiamo (genitori in testa !) con sbalordito compiacimento a come sono bravi, intelligenti, questi nostri figli nativi digitali, a come sono a proprio agio con i nuovi linguaggi informatici.

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E tuttavia tale entusiasmo viene ridimensionato dall’esperienza collaudata che se ne è fatta nelle scuole inglesi, argentine e coreane. I dati forniti da test hanno infatti dimostrato una relazione tra l’uso continuo del computer e l’abbassamento della resa scolastica ed è proprio di questi risultati che noi di CheDonna.it vogliamo parlarvi.

Si inizia a parlare di retromarcia per quel che riguarda il rapporto “bambini e digitale”

Pare che, secondo quanto sostengono alcuni studiosi, le cellule del cervello che hanno la funzione di conservare la memoria vengano danneggiate da una lunga permanenza davanti al computer. E non solo, in Francia si è rilevato che l’uso del pc se allena il ragionamento deduttivo non permette di esercitare altrettanto il ragionamento induttivo, ovvero la capacità di osservare fatti e fenomeni particolari per ricavarne ipotesi e leggi.

Insomma sull’argomento la discussione è avviata. Famiglie e Scuola devono cominciare a riflettere sull’uso del computer con maggiore senso critico senza criminalizzare uno strumento che rimane validissimo, ma nemmeno ritenerlo il toccasana della pedagogia. Come sempre non va dimenticato che al centro delle più sofisticate tecnologie deve restare l’uomo e le relazioni insostituibili che stabilisce con gli altri suoi simili.

E rimane sempre un’esperienza ineguagliabile il racconto di una fiaba mentre mamma e bambino sostano nella sala d’attesa di un medico, di un ufficio o nel vagone di un treno!

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