LIBRI: ‘Scemo chi legge’

Scemo chi legge infoEdoardo, Eddy per gli amici, si trova coinvolto in una brutta storia di mafia e figurine. E pensare che lui era andato a quella cena di classe tra nobiluomini albanesi e siculi solo per cucinare i gamberoni. Sì, lui e Lato per Lato, l’ex rapinatore suo amico dalla forma cubica a quel periodo svoltavano facendo i cuochi. Eddy aveva conosciuto in prigione Lato per Lato dopo che l’avevano beccato a cercare la figurina che gli mancava davanti alle scuole medie. Già perché una collezione senza un pezzo, che collezione è. Il tesoro di Eddy era la raccolta completa delle figurine Panini dal 1961 ai nostri giorni. Ma dopo che il fraterno amico Bart morì lasciandogli un sidecar d’epoca, l’omino interiore iniziò a consigliargli di sbarazzarsene. Per soldi, ovviamente. Come distinguere Alberto La Iena, il killer più discreto e professionale sulla piazza da un professionista del marketing della Panini non gli era ben chiaro. Però l’uno voleva ammazzarlo e l’altro comprare le figu.

Mannaggia a Bart, andarsene così, lasciando Eddy al bordello di Jolanda, una che se si togliea la dentiera ti facea vedere i santi del paradiso… Non che non si stesse bene dalla Jolanda: Eddy aveva conosciuto anche la filippina. Carina, simpatica, accettabile a letto e grande ascoltatrice. E poi la polizia per la terza volta cerca Eddy non perché l’abbiano incastrato di nuovo, ma perché vogliono la sua collaborazione. Per un cuoco a domicilio, aiutare una retata dell’antimafia o almeno non intralciare è piuttosto semplice e per uno chef che è anche stato in prigione una richiesta così non si può rifiutare.

La banda di cuochi si ritrova a dover uscire di scena prima del previsto, con gli acampi ancora sul fuoco, ma non prima di aver agguantato due enormi borse di cocaina e banconote che i gentiluomini hanno distrattamente lasciato in cucina… Dove scappare se non presso il fratello di Bart, che conserva l’urna con le ceneri dell’amico scomparso in un solitario cascinale a San Saturnino?

La vita agreste si fa interessante una volta scoperto i coltivatori di cannabis a scopo terapeutico che confinano con il podere di Gelso l’apicultore, fratello del defunto Bart, un ragazzone di quasi cinquant’anni che vive con il cane Nilo ed è segretamente, ma non troppo, innamorato della perpetua del paese. Cristina, la coltivatrice di canapa biologica della porta accanto è la ciliegina sulla torta dell’ntermezzo bucolico. Quasi gli spiace, a Eddy, di dover mantenere la promessa fatta a Bart: spargere le sue ceneri al vento dello Jutland, in Danimarca. Ma ogni promessa è debito…

Una cavalcata in sidecar ai limiti dell’assurdo. Un incrocio tra un romanzo di Paasilinna e una sceneggiatura dei fratelli Coen: Scemo chi legge (tatuaggio che Eddy porta sul braccio) è un romanzo che spicca per originalità nel panorama italiano. L’antieroe Eddy, inserito per caso nelle situazioni, ne esce sempre in piedi anche se passando per la via più stramba. Il più divertente noir della stagione, il più nero romanzo comico degli ultimi anni.

Fabrizio Franceschini (1961) ha pubblicato il suo primo romanzo, Le cose che abbiamo in comune sono un milione e 250, per le edizioni Newton Compton (2012). A causa della sua brillante scrittura è stato definito “un po’ Fabio Volo e un po’ Nick Hornby”, cosa che lo fa ridere ogni volta che ci pensa. Vive alla periferia di Roma in un appartamento che divide nel caos generale con la moglie e le due figlie adolescenti. Gli piace la birra, l’odore dell’inchiostro sulle pagine dei libri e sentire la musica attraverso le cuffie dell’iPod. Si sveglia senza un motivo plausibile tutte le notti alle tre e combatte l’insonnia scrivendo.

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