LIBRI: ‘First Overland. Da Londra a Singapore in Land Rover’

Slessor_OverlandAnno 1954, Adrian Cowell e Tim Slessor sono due laureandi a Cambridge. Una notte, mentre sorseggiano latte e rum in una stanza del convitto pianificano una spedizione. Con l’entusiasmo della giovane età e l’ottimismo del momento storico decidono di essere i primi a coprire la distanza tra Londra e Singapore in Land Rover!

Animati dallo spirito d’avventura dei grandi esploratori settecenteschi abbattono tutte le barriere che si frappongono fra loro e la realizzazione della spedizione. Così la Land Rover concede loro due macchine a scopo commerciale e promozionale, la BBC fornisce
pellicola e camera per un documentario e la Mobilgas la benzina. Il primo settembre 1955 parte così il First Overland. Oltre a Cowell e Slessor, diventati a seguito dell’impresa documentaristi e autori per la BBC, vi parteciparono Anthony Barrington Brown in veste di cameraman (divenne in seguito un importante inventore), Nigel Newbery, unico oxfordense della spedizione e più giovane della crew, Pat Murphy, linguista e diplomatico della spedizione, a cui l’ottima gestione della spedizione valse un impiego al Foreign Office e infine il geniale meccanico Henry Knott il cui motto era «Non c’è problema».

Questo libro è l’appassionante diario di viaggio della spedizione. “The Oxford and Cambridge Far Eastern Expedition”, toccò tra le altre nazioni Francia, Germania, ex Jugoslavia, albania, Grecia, Turchia, Siria, Libano, Iran, India, Birmania, Pakistan, Myanmar, Thailandia e Singapore andando a coprire 52000 chilometri. La spedizione è stata documentata oltre che da questo libro da un documentario in tre parti e un libro fotografico.

L’impresa godette di un clima politico irripetibile, una sorta di finestra temporale favorevole, prima dello scoppio delle varie crisi politiche e militari che funestano tutt’oggi Medio e Estremo Oriente. Non che in Birmania non leggiamo già di scorte armate che funzionarono da salvacondotto per la spedizione a causa delle scaramucce con i movimenti indipendentisti, tuttavia pensare alle opinioni dell’editore libanese incontrato da Slessor sul nascente dominio israeliano dell’area fa capire come le varie escalation di violenza dovessero ancora avvenire.

Questo è un formidabile diario di viaggio: Slessor, nella stesura, riesce a coniugare ritmo, suspence, ironia, considerazioni geopolitiche aneddoti divertenti e impeccabili pennellate della realtà a cui i cinque si trovarono a far fronte.

Tra gli accorgimenti su cosa bere e mangiare (“Non si mangia insalata dopo il Bosforo”); gli intoppi diplomatici (in Iran le auto furono svuotate di ogni loro vettovaglia per un’ispezione di frontiera); le descrizioni di meravigliose vestigia di epoche passate e di avventure in territori selvaggi ostili o inesplorati, il racconto non perde un colpo e tiene incollati alle pagine fino alla fine.

Unico nel suo genere, il diario del primo Overland è inspiegabilmente alla sua prima traduzione italiana.

Tim Slessor, giornalista, produttore televisivo e scrittore, ha lavorato per anni alla BBC, curando decine di documentari sul West americano. Ha preso parte in prima persona al primo viaggio in automobile dalla Manica a Singapore, da lui narrato nel bestseller First Overland, che ha ispirato in tutto il mondo tanti reportage dello stesso tipo. Odoya ha già pubblicato il suo Non solo cowboy. Un viaggio nelle storie più intriganti del Selvaggio West (2013).

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