Come capire se nostro figlio soffre di dislessia
Spesso si rischia di scambiarla per pigrizia, colpevolizzando così un bambino che in realtà avrebbe forse più voglia di fare di tutti i suoi compagni. Ecco perché la dislessia è un disturbo infido, spesso fonte di turbe per un bambino che si sente inferiore ai suoi coetanei senza capire perché.
Imparare a cogliere i segnali potrebbe essere allora per le mamme la via migliore per tutelare il nostro bambino e lavorare subito sul disturbo così da migliorare.
Ecco allora i sintomi a cui prestare attenzione.
Già a livello di scuola dell’infanzia si possono iniziare a presentare i primi segnali della dislessia: parole storpiate, un vocabolario limitato sono campanelli d’allarme da sottoporre al pediatra che, venendo a conoscenza di simili dettagli, potrà meglio monitorare la crescita prestando attenzione a questo potenziale disturbo.
Il termine del primo anno della scuola primaria di primo grado è il momento chiave per individuare il problema. Sarà infatti il caso di rivolgersi ad uno specialista qualora uno dei seguenti sintomi si presentasse:
1)difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonema grafema;
2)mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
3)eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
4)incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
Se ciò dovesse accadere ricordate di non drammatizzare, rischiereste solo di preoccupare o mortificare il bambino. Parlate piuttosto con gli insegnanti, così che siano preparati, e sostenetelo nell’apprendimento (leggere ad alta voce è un ottimo metodo così come utilizzare supporti di lettura alternativi come i video): i bambini dislessici imparano, anche se con tempi e modi strettamente personali, lasciategli dunque i suoi tempi e tutto andrà per il meglio