Nintendo censura gli omosessuali nei videogiochi. Un ragazzo si ribella

Nel videogioco Nintendo Tomodachi Life non è possibile, ai personaggi, gay, sposarsi

Sta creando molto scalpore la decisione della Nintendo di non consentire le unioni omosessuali nel videogioco Tomodachi Life.

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Il problema è arrivato alle cronache grazie all’interessamento di un ventitreenne originario dell’Arizona, un certo Tye Marini che ha scoperto che il suo avatar non può sposarsi con il suo fidanzato virtuale.

La questione verte sul fatto che questo videogioco è una sorta di simulatore della vita reale e per questo Marini, che è gay, vorrebbe potersi vedere adeguatamente rappresentato.

In Tomodachi Life però le uniche opzioni sono quella di cambiare genere sessuale al proprio personaggio, oppure di ignorare il partner che si è scelto.

Marini trova tutto ciò altamente discriminante e per far sentire la sua voce ha lanciato una campagna su Twitter con l’hashtag #Miiquality (Mii è il nome del suo personaggio nel gioco).

La risposta dell’azienda Nintendo non si è fatta attendere a lungo, anche se molto probabilmente non è quella che Marini e i suoi sostenitori si aspettavano.

“Le opzioni di relazione presenti nel gioco rappresentano un mondo alternativo con carattere ludico, piuttosto che una simulazione di vita reale. Ci auguriamo che tutti i fan di Tomodachi Life comprendano che si tratti di un gioco stravagante e non di uno strumento di critica sociale“.

Sarà davvero finita qui?

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