Tatuaggi maori, i moko e i kirithui

I tatuaggi dei guerrieri polinesiani tra sacro e profano

Si avvicina l’estate e le spiagge si popoleranno di ragazzi e ragazze vestiti quasi soltanto dai loro tatuaggi.

In Italia una tipologia di tatuaggi molto diffusa è quella Maori.

Conosciamo meglio l’origine e il significato di questi disegni sulla pelle.

 mahori ragazza

Chi sono i Maori?

I Maori sono un popolo antichissimo di guerrieri che vivono in Polinesia e nella parte nord della Nuova Zelanda.

In questa antica cultura il tatuaggio è un vero e proprio rito sacro. Vengono infatti iniziati al tatuaggio i giovani che passano all’età adulta.

Il primo tatuaggio inizia sempre sulla faccia e poi continua ad estendersi per tutta la vita di un guerriero Maori, segnando gli eventi più importanti della sua esistenza.

Essi hanno molto rispetto per questo aspetto sacrale del tatuaggio, infatti nessun Maori farebbe un tatuaggio a qualcuno che non appartenesse alla sua stirpe.

Quali tipologie di tatuaggi Maori esistono?

Ci sono due principali tipologie di tatuaggi Maori

Il primo è detto “Moko”, il più tradizionale, quello sacro, che identifica lo status sociale del guerriero che lo porta. Le donne solitamente si tatuano sul mento, mentre gli uomini su tutta la faccia.

Poi c’è il “Kirithui”,  una categoria di tatuaggi che non è considerata sacra ed è destinato ad un pubblico più vasto.

La tecnica di tatuaggio Maori

L’antica tecnica di tatuaggio Maori è completamente manuale, fatta con un ago grande che ha la caratteristica di penetrare in profondità nella pelle e lasciare un disegno più alto rispetto all’epidermide.

I tatuaggi sono un espressione di noi stessi ma molto spesso sono racconti di realtà che non ci appartengono. Avviciniamoci a quest’ arte, informandoci e scegliendo con rispetto il disegno che ci accompagnerà per tutta la vita!

Assia Pelliccia

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