Lampedusa: l’Italia piange i migranti che cercavano fortuna

 

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Lutto nazionale per la strage di Lampedusa – Sembrava la sceneggiatura di un film dell’orrore lo scenario che i sub si sono trovati di fronte quando si sono immersi nel mare di Lampedusa nella speranza di riuscire a salvare qualche donna, bambino e uomo arrivati in Italia in cerca di fortuna e che, purtroppo, ha visto concludersi il proprio viaggio della speranza con uno scenario di morte.

Lampedusa oggi si è svegliata con l’odore di una tragedia che doveva e poteva essere evitata. L’Europa finge di non guardare mentre l’Italia fa di tutto per aiutare nel miglior modo possibile gli immigrati che hanno come unica colpa quella di tentare l’ultimo viaggio verso un Paese che potrebbe offrire loro una possibilità in più di sopravvivenza.

Lampedusa oggi è un cimitero. Sono 120 le bare arrivate per cercare di dare una degna sepoltura a tutti i clandestini che nel Mare di Sicilia invece di una nuova vita hanno trovato la morte. L’isola, oggi, è l’immagine della solidarietà, dell’amore della gente comune che ha fatto di tutto per salvare anche una sola persona.

E’ il sindaco, Giusi Nicolini, a dare l’immagine di quella che è oggi Lampedusa: “L’isola è attonita e c’è rabbia. I lampedusani come me, ma anche una parte importante dell’opinione pubblica nazionale, si aspettano che succeda qualcosa. Dopo la visita del Papa ci aspettavamo qualcosa. Ma nulla è successo. Che il governo sia qui è un fatto importante, come il lutto nazionale. Alcune cose sono cambiate ma si deve dare corpo a cambiamenti completi perché i risultati di queste politiche sono i morti che hanno numeri da guerra“.

In segno di rispetto per i 120 morti e i superstiti che dopo le cure sono stati portati nei centri di accoglienza, l’Italia ha proclamato una giornata di lutto nazionale. Un gesto naturale che ha spinto anche le televisioni a cambiare i palinsesti. Sono saltate, infatti, le trasmissioni d’intrattenimento come Uomini e Donne, Pomeriggio 5, Tale e quale show.

Tutto questo, però, non può essere sufficiente per ridare dignità al popolo degli immigranti che paga di essere nato in posti dimenticati da tutti.

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