FUNERALI PROSPERO GALLINARI: pugni alzati per l’irriducibile della lotta armata

Funerali all’insegna del comunismo più spinto per Prospero Gallinari – Nella sua vita non si pentì mai e forse anche per questo i suoi funerali sono stati una sorta di omaggio agli ideali più estremi della sinistra: pugni alzati, canzoni oramai quasi dimenticate e quel clima nostalgico che un po’ stupisce ma, al tempo stesso, non riesce più a aspaventare.

I funerali di Prospero Gallinari, ex brigatista che fece parte del commando che sequestrò e poi uccise Aldo Moro, si sono svolti a Reggio Emilia lo scorso sabato (19 gennaio) e hanno visto intervenire presso il cimitero di Coviolo, frazione di Reggio, anche Oreste Scalzone (uno dei fondatori di Potere Operaio) e gli ex terroristi delle Br Renato Curcio, Raffaele Fiore, Barbara Balzerani e Loris Tonino Paroli.

Un drappo rosso, la falce e il martello e la stella comunista hanno accompagnato l’irriducibile della lotta armata alla sua dimora eterna. Una ritualità che, a chi osserva dall’esterno, lascia aperti una serie di cupi interrogativi: come si può nel 2013 inneggiare ancora agli ideali comunisti con tanto di pugno alzato? può una persona che non si pentì mai di aver lasciato un altro essere umano morto in un portabagagli esser salutata come un eroe? c’è differenza tra chi va in pellegrinaggio al sepolcro di Mussolini e chi inneggia all’internazionale durante un funerale? Come disse qualcuno di ben più grande, “ai posteri l’ardua sentenza”.

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