TARANTO, CHIUDE L’ILVA: il dramma degli operai

All’annuncio della chiusura dello stabilimento Ilva di Taranto è seguita una notte di presidi e proteste. Sono passati quattro mesi esatti dal sequestro degli impianti della più grande acciaieria europea che, dopo l’ennesimo provvedimento giudiziario nei confronti dei vecchi e nuovi vertici e il sequestro di tutti i prodotti «finiti e semilavorati», ha annunciato ieri la chiusura ‘immediata e ineluttabile’ dello stabilimento.

Migliaia di lavoratori hanno reagito protestando davanti e dentro allo stabilimento . Un gruppo è anche riuscito a entrare nella palazzina della direzione. È in corso la trattativa tra l’azienda e i sindacati. I rappresentanti di Fiom e Uil stanno parlando con il direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, indagato insieme al presidente Bruno Ferrante e a quanto pare l’azienda avrebbe confermato il pagamento degli stipendi per la settimana in corso.  

 I badge degli operai dell’aria fredda sono stati disattivati fin da ieri, ma ora è in corso una trattativa perché siano riattivati. In fabbrica è assemblea permanente. Sono in atto sit-in davanti alle portinerie, mentre qualche momento di tensione si è verificato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare. Domani si terranno il consiglio di amministrazione dell’Ilva e l’incontro tra azienda e sindacati,  per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria. Per giovedì è fissato un incontro tra governo, sindacati ed enti locali a Palazzo Chigi.

Fonte: Lastampa.it

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