OLIMPIADI: Idem sfiora il podio, poi l’addio

Tre decimi di secondo. Questo il tempo che ha separato Josefa Idem dalla medaglia di bronzo del k1 500 metri. Ormai prossima ai 48 anni, arrivata all’ottava partecipazione ai Giochi Olimpici in cui ha conquistato moltissime medaglie, Josefa sfiora il podio conquistando un quinto posto che ha il sapore di una vittoria.

Finora aveva vinto un bronzo a Los Angeles 1984 nel K2 500 per la Germania, poi un altro bronzo per la nazionale azzurra ad Atlanta 1996, un oro a Sydney 2000, e due medaglie d’ argento, una ad Atene 2004 e e l’altra a Pechino 2008.

A Londra, negli ultimi 100 metri Josefa era in lotta per la medaglia di bronzo: ma nel rush finale ha accusato un lieve cedimento che l’ha buttata giù dal podio. Chiude in 1’53″223, terzo posto sfumato per tre decimi di secondo. Oro alla Kozak (1’51″456), argento alla Osypenko (1’52″685), bronzo alla Hartley (1’52″923), quarta la Paldanius (1’53″197).

‘E’ stata l’ultima gara, ora basta così. Peccato, solo 3 decimi dal podio: adesso basta, smetto. A Rio racconterò le storie delle altre. Ho iniziato oltre 30 anni fa: da juniores in Germania. E’ stata una bella carriera. Ed è stato bello sognare insieme’, sono le prime dichiarazioni a caldo.

‘In questa stagione ho visto il podio con il binocolo, aver lottato qui per il bronzo è stato un grande risultato. Sono arrivata qui in condizioni eccellenti, è mancato solo quel pochino in più, ‘dio bono’, come si dice in Romagna. Se si parte bene, si paga al traguardo, fine. Se si parte piano, magari diventa impossibile recuperare. E’ sempre difficile azzeccare la strategia al 110%. Se rifacciamo la gara domani, magari le cose vanno in modo diverso. Chi ha vinto il bronzo, evidentemente, ha curato i dettagli meglio di me’.

Poi un messaggio per le nuove generazioni:‘Spero di aver ispirato i giovani, ma spero soprattutto di essere stata fonte di ispirazione per la mia generazione: non è mai troppo tardi per sognare, non è mai troppo tardi per mettersi in moto. Questo è il messaggio che mando a chi ha la mia età’.

A questo punto Josefa si scioglie in un pianto commosso: ‘Non siate tristi per me – dice -. Ora voglio scrivere storie di sport, storie di perdenti. Questo è il momento di smettere, era diventata troppo dura’. Un ultimo ringraziamento ai ‘tanti che hanno tifato per me, voglio ringraziare tutti per il loro sostegno. Anche quando non ho ottenuto risultati, ho sempre trovato persone che mi hanno supportato.

Fonte: Repubblica.it

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