YARA: si preleva DNA da imprenditori

Nuovi esami del Dna ad alcuni imprenditori di Brembate

Le indagini per scovare l’assassino di Yara continuano senza sosta, adesso. Alcuni imprenditori di Brembate Sopra o dei paesi vicini sono stati chiamati dai carabinieri e dalla polizia per rilasciare il loro profilo genetico, tramite un tampone di saliva: lo scopo è confrontare i campioni con il Dna ritrovato su un guanto di Yara Gambirasio, la 13enne trovata morta a tre mesi dalla sua scomparsa, avvenuta il 26 novembre.

Il Dna è già stato prelevato ai familiari più stretti, poi alle amiche di Yara, alle istruttrici di ginnastica e ai genitori delle altre ragazze. Secondo alcune indiscrezioni filtrate dall’ambiente degli inquirenti, non sarebbero solo due le tracce di DNA rilevate sul guanto della ragazzina, ma ci sarebbe altro materiale genetico isolato sui vestiti, sugli oggetti o sul corpo. L’ipotesi che sta prendendo piede negli ultimi giorni è che l’orco sia un frequentatore abituale della palestra oppure del cantiere di Mapello.

Ma è sorto un nuovo mistero. Secondo un testimone Yara non indossava i guanti, il giorno della sua scomparsa. E se le tracce ritrovate appartengono ad una coppia, tutto potrebbe risultare più semplice. Secondo i criminologi Francesco Bruno e Carmelo Lavorino: Yara Gambirasio e Sarah Scazzi si fidavano di chi poi le ha uccise”. “Il ritrovamento sugli oggetti di Yara dei due Dna, uno maschile e uno femminile, dà sostegno a questa tesi: una coppia ispira più fiducia. L’omicidio di Sarah è maturato all’interno della famiglia. “Chi sia l’assassino di Yara ancora non lo sappiamo ma credo che vada valutato con attenzione l’ambiente a lei più vicino. Dopo l’incontro, in entrambi i casi si è innescata una reazione imprevista che ha portato il killer a perdere la testa. E a uccidere d’impeto”.

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