Lettere di un condannato a morte

Le lettere che ricevo da un uomo condannato dallo Stato americano

La corrispondenza con un uomo detenuto nella “death row”, il braccio della morte, non è semplice. Ma spesso diventa un modo per scoprire meglio se stessi e comprendere il senso della vita, e della libertà. Ogni giorno qualcuno muore per mano di un altro uomo. In alcuni stati, è ancora prevista la pena di morte per questi crimini. Che si sia d’accordo o meno, i dati che ci pervengono sono agghiaccianti. Per quanto mi riguarda, credo nel pentimento e nella giusta espiazione della pena. Ma non nella pena di morte. Non credo sia diritto dell’uomo togliere la vita ad una persona che ha sbagliato.

Senza contare che spesso queste persone sono vittima di razzismo. Strano parlare di razzismo, in un paese come l’America, che da secoli è il paese più multietnico del mondo. Ma purtroppo capita. Da oggi vi renderò partecipi di questa mia esperienza di vita, della mia corrispondenza con un detenuto nella death row, nella nota Polunsky Unit, in Texas. Lo chiameremo con un diminutivo, Quin, per preservare, almeno noi, la sua privacy. All’interno del carcere i detenuti vengono privati della loro personalità, e come accadeva nei lager tedeschi vengono identificati con un numero. Lo scopo è quello di annientare la loro personalità. La pena capitale arriva sempre dopo circa 20 anni di detenzione: il carcerato vive in una cella di circa 3 metri quadrati, la porta ha solo una finestrella che le guardie aprono e chiudono a loro piacimento. Hanno il diritto ad un’ora d’aria al giorno, ma mai alla stessa ora: possono essere chiamati alle 6 del mattino come alle 3 di notte. Non possiedono nulla, se non un letto e una penna. Leggono molto.

Ma torniamo a Quin. E’ un ragazzo afroamericano, ha 31 anni ed è nel braccio della morte da 12. Questo è il dato più angosciante per me, perchè la data, anche se ancora non c’è, è vicina. Io sono la sua unica finestra su un mondo che lui ha lasciato 12 anni fa. Nel tempo vi proporrò, se vorrete seguirmi, alcuni passi tratti dalle sue lettere. A voi il giudizio finale, se quest’uomo ne merita ancora uno.

Ciao Katia,

come va questa domenica mattina? Spero e prego che questa lettera trovi te e chi ti sta vicino in buona salute e felicità. Voglio ringraziarti per il tempo che hai deciso di dedicarmi. E spero tu vorrai parlarmi della tua vita e delle strade che hai percorso per diventare la donna che sei oggi. Sentiti libera di chiedermi qualsiasi cosa; ho una mentalità molto aperta, rispettosa e comprensiva, perciò non sentirti frenata nel pormi domande, solo perchè sono qui dentro. Ti prego di non fingere, perchè non è ciò di cui ho bisogno. Farò lo stesso con te. Tu sai già perchè sono qui dentro, perciò non mi soffermerò più di tanto. Voglio solo assicurarmi che tu sappia esattamente perchè sono qui, non voglio che la nostra amicizia sia minata da incomprensioni. Non vado fiero di quel che ho fatto, ma ormai fa parte della mia vita ed è un grande errore al quale sarò sempre collegato. Sono pentito di ciò che ho fatto, ma sai cosa? Vivo la mia condanna come una salvezza, perchè se avessi continuato a fare la vita che facevo, fuori, sarei già morto, per mano di qualcun altro o per mano mia. E’ stata una sorta di salvezza, sì. Vorrei non fosse mai accaduto… ma ormai è fatta.

Per trascorrere il tempo leggo molto, e quando possiamo uscire mi esercito moltissimo perchè voglio mantenermi in forma! Mi piace ascoltare musica e sport alla radio, anche se preferirei guardare le partite in tv! Sai, non vedo un televisore da 12 anni… Ma come in ogni situazione della vita, impari ad adattarti e ad accettare le cose, per vivere e sopravvivere in qualsiasi modo. Scusa per questo piccolo momento di tristezza, ma a volte mi capita. Mi chiedevi della mia famiglia: beh, sono solo dall’età di 13 anni. Ho un fratello gemello, ma mia madre morì molto giovane e mio padre ci abbandonò quando avevo 11 anni. L’unica che sento qualche volta è mia zia. Non ho moglie, nè figli. E forse è una fortuna. Anche se mi piacerebbe provare di nuovo quel meraviglioso sentimento che è l’amore. Te ne parlerò. Spero di ricevere tue notizie prestissimo.

Sinceramente e con rispetto, Quin

Ho omesso alcune parti riguardanti la sua questione legale. Quin è una persona molto solare, basti pensare che spesso alla fine di alcune frasi scrive “Smile” tra parentesi. E’ il suo modo per farmi capire che scherza o che è sorridente in quel momento.

Non nego che molte lettere sono commoventi, e che mi sono commossa solo a sentirgli dire che non vede una tv da 12 anni. Io che la ritengo una cosa ovvia e anche un po’ ingombrante! In questo momento probabilmente Quin sta leggendo qualcosa sdraiato sul letto, o magari è in quel momento fortunato della sua giornata, quello in cui respira aria nuova. Qualsiasi cosa stia facendo adesso, so che molte persone, ora, gli manderanno un pensiero.

Katia



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