Vamos a Madrid…

Ricordi di Madrid

Sono un tipa primaverile. Sono una tipa da città. Mi vesto da città. Adoro la città e mi viene naturale associare l’idea di città alla primavera. Nel mio immaginario, quando penso alla parola città, vedo le rondini volare,fiori dappertutto, le magliette a maniche corte, un caffè freddo di starbuks stretto nelle mani, sì, quando penso alla città penso alla città in primavera.

A Madrid, la primavera è passata per lasciare spazio a un’improvvisa e caldissima estate. Durante le notti calde, quando nella mia stanza, anche il processore del PC chiede pietà per la temperatura, in quelle notti, mi piace uscire, in quelle notti mi piace passeggiare per le vie deserte di una città che dorme, mi piace vedermi da fuori partecipare della sua immagine, inspirarla ed espirarmi in essa.

In queste notti arriva solitamente un momento in cui si annullano tutte le mie percezioni e inizia a non importarmi nulla del giorno che è appena passato e, ancora meno, di quello che verrà, in quelle notti, in quel momento mi viene voglia di uscire, ed esco.

È tardi, sotto molti punti di vista, lo so, ma non è tardi per quello che in questo momento m’importa.

Appena fuori di casa la notte mi avvolge come un lenzuolo fresco in un caldo pomeriggio di una stanza in penombra. Tutto attorno a me è immobile, come godesse della pace e del fresco che la città regala a chi di giorno la anima, la vive, la colora e la stanca.

In queste notti tutto tace, il venticello fresco mi sfiora e l’odore inconfondibile dell’estate mi pervade inebriandomi.

Quando cammino per la Madrid in queste notti riesco a non pensare a niente.

Neanche quei saltuari rumori di ruote sull’asfalto che percorrono Gran Via o della fontana in Callao, mi distraggono, anche quei rumori fanno parte di quel fresco silenzio che mi avvolge. Un urlo in lontananza, forse un clacson, o forse no, una sirena, non so, ma lascio Gran Via e giro per Fuencarral, via dello shopping di giorno, mia che la percorro, dei cinesi e delle prostitute di notte.

Incrocio qualche personaggio della notte, invisibile io a lui quanto lui a me, un mondo che mi passa accanto senza un minimo campo gravitazionale. Giro a sinistra, sono in Malasaña, è tutto giallo, tutto zitto, so dove andare per trovare gente, musica, alcool, ma in questa notte so dove non andare, vado a destra, solo il rumore dei miei passi, ancora a destra e sono in Plaza dos de mayo, la piazza di Malasaña adesso in questo momento è mia. Mi fermo, dovrei appuntare qualcosa ma non mi viene in mente niente, sono a Madrid e in questo momento come non mai mi sento a Madrid, poi cammino ancora San Vincente Ferrer, la corredera alta de San Pablo, Plaza San Ildefonso, le strade sono già bagnate a causa degli omini verdi e gialli della limpieza, Calle Barco.

Vedo in lontananza l’insegna, quella da evitare, quella che “oggi no, meglio di no”, è tardi, accelero il passo, guardo la porta, penso alla mia calda e insonne stanza.

Qui non importa che sia primavera o estate, quando vivi Madrid, questa, ha sempre qualcosa da offrirti.

Me voy a Madrid…

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