Crediamo ancora nelle favole? (racconti di vita quotidiana).

Voglio una donna! [ovvero non si possono lasciare in pace almeno le favole?]

Eh, sì, diciamolo, w il femminismo che ha estinto i papà preferendogli i mammi (e poi alcuni ancora obiettano, contro l’omogenitorialità, che i bambini devono avere due figure di riferimento, maschile e femminile), che ha abolito i machi e che combatte i lampadati, depilati e spinzettati, che ha trasformato i complimenti in abusi sessuali e che ora dà una bella botta anche ai principi azzurri!
[ Si legge su La Stampa di qualche giorno fa : “L’iperfemminista ministero dell’Eguaglianza del premier socialistaspagnolo José Luis Zapatero, insieme con il sindacato degli insegnanti Fete-Ugt, hanno lanciato«Educando nell’uguaglianza»: è una crociata rosa in 42 mila opuscoli, distribuiti al corpodocente, che smonta la visione patriarcale della società trasmessa – sostengono – da queste favole da sempre «maschiliste»”.]

E di cosa dovrebbero gioire le donne?

Perché una cosa è il rispetto delle donne, una cosa è la mortificazione del maschio.

Perché se non posso più prometterti di venirti a salvare su un cavallo bianco dal mostro cattivo, non mi rompere le palle quando ti si scassa la serranda o il rubinetto perde.

Perché se quando pago il conto al ristorante pensi che voglia sottolineare la mia superiorità e non farti capire che tengo a te e renderti felice.

Perché se quando ti faccio un complimento quando sei ben truccata e hai curato il tuo abbigliamento, magari in maniera provocante, pensi sia un orrido maniaco sessuale e non che voglia solo apprezzare ALCUNE delle tue doti.

Perché se ti prendo in braccio per varcare la soglia della nostra nuova casa pensi stia rimarcando una tradizione patriarcale e medievale invece di pensare che stia giocando a regalarti una nuova vita insieme.

Perché se quando avremo dei figli facendo “gioco di squadra” e magari tu sarai la parte sensibile e io quella più rigida (tanto poi lo sai chi comanda), penserai che non ami o non voglia occuparmi dei miei figli.

Perché se credi che Biancaneve che si occupa dei nani e aspetta il suo principe sia meno realizzata di una “capitana” d’industria, di una “capa” di Stato o di una intransigente “imprenditrice”.

Di cosa puoi realmente gioire?

Perché se veramente le donne non avessero paura di sentirsi inferiori e si godessero le rose che gli si regalano al primo appuntamento, capirebbero la loro reale superiorità. Quella di poter essere “capitana” d’industria, “capa” di stato, intransigente “imprenditrice” e di godere delle attenzioni di un uomo, del suo volerle coccolare e rendere felici e, perchè no, protette.
Perché oggi una moderna principessa dovrebbe sentirsi offesa se i l suo principe si batterà “con un esercito di idraulici, condomini, dentisti, rompipalle, bottegai, mi coprirò delle ferite della noia,quelle che nessuno vede e non sanguinano mai” ? (R. Vecchioni – Ritratto di signora in raso rosa)

Mi si obietterà subito che il mondo non è tutto così, non ci sono sempre queste situazioni, che esistono milioni di donne vittime di abusi e sottomissioni dalle più piccole alle più tragiche. Lo so e me ne indigno io per primo e lotterei al fianco di ogni singola donna per ogni singolo abuso.

Ma mi chiedo anche, perché non si possa lasciare, almeno alle bambine, almeno per un periodo, l’illusione che esiste un uomo, un giorno, che le sappia amare, stare loro vicino, coccolare e rispettare anche nella loro, possibile, fragilità e femminilità? (si, ho associato i due termini con buona pace delle suffraggette!cacchio!). E che a questo amore delicato e puro devono aspirare e mirare, senza sottomettersi ad abusi e costrizioni? E non si può lasciare al bambino l’illusione, che un giorno troverà non una eroina con cui competere, ma una donna da amare, apprezzare, coccolare e rispettare? E’ così disdicevole e politicamente scorretto?

Che sia questa la strada per la reale parità? o che così si renderanno uguali le solitudini?(sempre Vecchioni, ultima frase di “Voglio una donna” – “stronza come un uomo, sola come un uomo”)

E io che contro piccoli e grandi abusi e discriminazioni lotto ogni giorno, contro lo stereotipo che vuole un gay come una donna mancata, rimarco la nostra differenza, che è quella di ogni singola persona.

Sì, care amiche, vista da un gay, questa, mi sembra un’altra occasione persa per le donne!!

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